ilVicinato@ - Fonte
notizia iltirreno.gelocal.it - «Il sostituto procuratore Giuseppe Rizzo ha
aperto un fascicolo sulla morte di Alessandro Benucci, il trentaseienne trovato
senza vita a Piombino, nella spiaggia sotto piazza Bovio. Era mercoledì 25
ottobre e sulle prime si era parlato di suicidio, di una caduta accidentale, di
un malore causato dagli stupefacenti. Invece non è così chiaro e scontato. Ora
sul fascicolo del pubblico ministero c'è scritto la parola
"omicidio". È un'ipotesi suffragata da elementi precisi a cominciare
dalle condizioni della vittima, dal tipo di ferite riscontrate sul corpo. Tutte
ferite poco compatibili con la caduta da quell'altezza (una ventina di metri) e
molto compatibili, invece, con un pestaggio. Un polso rotto, tumefazioni
particolari sulle braccia, segni come quelli che avrebbe potuto lasciare un
tirapugni o un altro oggetto contundente simile mentre la vittima cercava di
ripararsi dai colpi. Lo stesso tipo di tumefazione a un fianco. Nessuna
escoriazione sul volto ma una ferita importante alla nuca, ferite interne ai
reni, alle costole. I vestiti intatti, puliti, compresa la felpa, e poi le
scarpe, portate slacciate ma ancora ai piedi del ragazzo, tutte cose
improbabile durante una caduta del genere. Infine sotto i calzini e dentro le
scarpe moltissime alghe, come se fosse stato trascinato, più che precipitato,
su quella spiaggia. In tutto questo, nemmeno una goccia di sangue: non sui
vestiti, come si è detto, non sugli scogli vicini, non intorno al corpo
Indagini che comunque si erano già estese all'intero sottobosco dello spaccio.
Perché è lì che si cercano gli eventuali assassini e il movente. Si dice che
Alessandro avesse debiti, ma anche il contrario, e cioè che Alessandro da un
paio di giorni avesse l'improvvisa disponibilità di molti soldi: oltre un
migliaio di euro dei quali nessuno versato ai propri fornitori. Come se avesse
spacciato per conto proprio, fuori dal controllo di chi a Piombino gestisce i
giri di droga».