ilvicinato@ - Fonte Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «(…) Dobbiamo essere coscienti che la Parola ci interroga e ci pone
davanti ad un impegno: smascherare il nostro desiderio di giustizia per farsi
vicino anche a coloro che hanno sbagliato. Gesù disse che "non sono i sani
ad aver bisogno del medico, ma i malati"
(Matteo 9,12) e per questo la sua Parola deve giungere proprio e
soprattutto a chi ne ha bisogno. La malattia che ha pervaso coloro che si sono
resi colpevoli di reati orribili contro persone innocenti ed indifese, non ci
permette di relegarli nell'oblio della dimenticanza. Dio non si dimentica di
nessuno dei suoi figli e vuole che anche noi non ce ne dimentichiamo. Porsi al
fianco di chi è in carcere ci aiuterà a capire come il male possa impossessarsi
di un essere umano e di quanto il bene che viene dalla parola di Dio possa
essere liberante. È lo Spirito di Dio che ci manda: Egli ci manda ad annunciare
"l'apertura del carcere ai prigionieri" (Isaia 61,1), un carcere non
fatto di mura e sbarre, ma del peso delle proprie colpe o, ancor peggio,
dall'orrore della propria indifferenza per il male commesso». Alcuni stralci di una riflessione di Nicola Tedoldi, Pastore evangelico