ilVicinato@ - «I due novelli e giovani sposi
erano rimasti soli dopo che erano usciti da casa anche gli ultimi inviati al loro
banchetto di nozze fatto con frangette, pastine Marie, cioccolato in tazza,
qualche caramella, vermouth e vino sfuso
di campagna. Lei cominciò a rigovernare, ma lo faceva molto lentamente,
cercando di allungare i tempi. Lui invece fremeva e non vedeva l'ora di andare
a letto per consumare il tanto desiderato matrimonio. La sposina invece, anche
in base a quello che le avevano detto le amiche, teneva tanta paura del dolore
che da li a poco avrebbe patito nel perdere la sua verginità. Quindi, più il
marito le si avvicinava, e più lei si allontanava. Così cominciarono a girare attorno
al tavolo di cucina, lei davanti e lui dietro. Dopo molteplici giravolte, lui
si stancò, si fermò, si tirò giù pantaloni e mutande, e sbatacchiò l’uccello (il
membro virile) sul tavolino e sbraitò alla giovane moglie: “Scappa, scappa
tanto a te tocca!”. I due comunque, superato quel primo momento, vissero una
vita coniugale propriamente felice e allietata da una nidiata di figli che
incrementarono la popolazione della Marina di Rio».