23 giugno 2025

SCUSA, IL CARCERE DEI DOMENICANI? È LÌ DI FRONTE, MA BELL’AMICI CHE C’HAI!

lomarchetti@ «Lui non era proprio un cittadino modello, però se c’era bisogno di un donatore di sangue era il primo a farsi avanti. Così come aiutava chi era più povero di lui. Non sapeva né leggere né scrivere, aveva imparato a fare la sua firma, ma se avesse avuto la possibilità di studiare sarebbe stato un buon avvocato. Un giorno fu accusato di avere rubato la collezione dei minerali di un noto dirigente della società mineraria. I due erano davanti al comandante della locale stazione dei carabinieri e lui disse: “Sì è vero, io l’ho rubati io, ma lui, dove li ha presi? La pratica fu archiviata. Una volta la sua amata scappò da casa e si rifugiò presso un conoscente nella campagna di Porto Azzurro. Lui andò a riprenderla, ma il contadino lo scaccio a scoppi di fucile da caccia sparati in aria. Lui, però, non si scoraggiò e rispose con la dinamite distruggendo il pollaio e le gabbie dei conigli. La mattina dopo lo convocò il maresciallo dei carabinieri, al quale rispose: “Marescià ho semplicemente risposto al fuoco!”. Non sempre il nostro uomo riusciva a cavarsela, più di una volta finì nel carcere mandamentale di Livorno, dove, per quanto possibile era seguito da qualche  paesano. Il padre di un ragazzo che faceva il militare nella città labronica, chiese al figlio di andare a trovare quel paesano, passarci una parola, portargli i suoi saluti e qualche pacchetto di sigarette. Il giovane si avviò nella zona dell’edificio carcerario che però non riusciva a identificare, allora entrò n un bar e chiese: “Cerco un amico che è ai Domenicani”. Il cameriere rispese: “Il carcere è lì di fronte, ma bell’amici che c’hai!”». Lorenzo M.