lomarchetti@
- «Anni fa ero sugli Spiazzi e
contemplavo la bellezza del nostro Canale e della costa toscana, quando mi si
avvicinò un vecchio marinaio riese che cominciò a parlarmi di una Rio Marina che
io non avevo conosciuto. Mi disse di tante storie di questo originale paese
di mare e di
ferro, mi parlò pure di Isoletta “La Campa Poco”. Una storia che oggi voglio
condividere con voi. Il mio informatore mi riferì… Ogni mattina, quando
passavo in via della Rosa, trovavo sempre Isoletta seduta sull'uscio di casa, era vestiva di nero, con il rosario fra le mani e un cencio bagnato sulla testa perché, asseriva, era l’unico modo per combattere il mal di capo (l’emicrania, ndr)
che la assillava perennemente. Io le rivolgevo il consueto buongiorno, e non le
chiedevo altro, ma lei attaccava subito bottone: “Sarebbe bene che fosse una bella giornata, ma chissà
se arrivo fino a stasera. Ho passato una notte che non auguro nemmeno al mio
peggiore nemico. Avevo un puntarolo (punteruolo, ndr) proprio qui sul fegato
che con l'alba è passato al rene destro e poi a quello sinistro. Caro amico,
un'altra notte così è mi dovete portà ai pioppi (al cimitero della Chiusa, ndr).
Chissà se vedo la domenica delle Palme”. Ogni mattina era la stessa zolfa anche
se quel punteruolo passava da un organo vitale all’altro della nostra
Isoletta. Insomma, la donna in nero, con la corona in mano e il cencio bagnato sulla
testa, ogni mattina sentenziava che non avrebbe visto l’alba del giorno dopo. Tuttavia, nel
frattempo, il mio amico marinaio morì, ma Isoletta tra un punteruolo e un’emicrania raggiunse la veneranda età di novantasei anni... Larga la foglia, stretta la via
dite la vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.