gisecat3@yahoo.it - Il Cielo si libera dal buio della notte come d’un vestito a lutto troppo a lungo indossato e il mare addormentato lentamente si desta al bussare dell’alba che impallidisce le stelle con la sua fioca luce.
Camminano in silenzio i minatori: nel cuore ancora il letto tiepido in mano il conforto del convìo* unico viatico alla fatica nera che in agguato li aspetta.
È pane guadagnato dal sudore che cola dalla fronte ed offusca la vista; dal corpo che vacilla ai colpi di piccone o sotto il peso di coffe* e di vagoni scintillanti di ferro e terra rossa.
Alto, il sole morde la pelle ai minatori e annerisce le schiene curve le mani callose, i volti seri:
non solo d’uomini fatti avvezzi al duro quotidiano ma pure di ragazzi, bambini quasi strappati ai libri , ai giochi, ai baci delle madri.
E quando arriva l’ora del congedo il sole si prepara ormai al tramonto: spremitura di rosso là nel cielo che guida i minatori nel rientro.
Maria Gisella Catuogno
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Convìo: termine elbano che indicava il modesto pasto del minatore, dentro un pentolino d’alluminio.
Coffa: corbello (dall’arabo quffa, cesta) che, riempito di minerale di ferro, veniva portato a spalla dai minatori