marchetti.lorenzo@tiscali.it - Durissime le condizioni stabilite dal governo sulla vicenda Toremar. Fra le due possibilità “capestro” la giunta regionale ha scelto la meno peggio: dal 1° gennaio 2010 Toremar passerà alla Regione Toscana con tutti gli oneri conseguenti e susseguenti. Partirà, così, il processo di privatizzazione dove la vera partita si giocherà sul contratto di servizio. Questo deve essere in grado di garantire prestazioni efficienti per l'economia dell'intero arcipelago, e su esso occorre discutere e conseguire le giuste clausole sociali di tutela e di garanzia per i cittadini e per i marittimi, compresi i lavoratori precari. Necessita, per chiarezza, rammentare quanto scritto nella relazione della Corte dei Conti “sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Tirrenia di Navigazione Spa per l’esercizio 2008” (http://www.corteconti.it/): «La completa ed effettiva privatizzazione della società di cabotaggio marittimo si accompagna, del resto, all’esigenza di pervenire a più di quindici anni dall’adozione delle disposizioni comunitarie sui principi della libera prestazione dei servizi di trasporti marittimi tra Stati membri, alla liberalizzazione del settore, in particolare con l’affidamento dei contratti di servizio pubblico su basi non discriminatorie per tutti gli armatori comunitari (…)». Il problema, quindi, è la concessione delle sovvenzioni pubbliche necessarie e indispensabili per garantire la mobilità ai cittadini, il cui costo annuo è pari 15,6 milioni di euro. Siccome queste devono andare a gara, ci potremmo trovare con una società di cabotaggio privata che gestisce i servizi marittimi minimi, ricevendo i soldi pubblici, e una compagnia pubblica che non ha le risorse sufficienti per garantire un’adeguata qualità della continuità territoriale. Allora meglio privatizzare, in un unico pacchetto, flotta e sovvenzioni. L’importante è il contratto di servizio.