3 novembre 2009

TOREMAR, meglio privatizzare. In un unico pacchetto flotta e linee in sovvenzione. Puntiamo tutto sul contratto di servizio

marchetti.lorenzo@tiscali.it - La vera partita del processo di privatizzazione di Toremar si gioca sul contratto di servizio, vale a dire sulle garanzie e sulle tutele per la continuità territoriale, con collegamenti marittimi sicuri nella navigazione e negli attracchi, nei prezzi e negli orari. Queste, a mio avviso, sono le condizioni minime e indispensabili da proporre al tavolo regionale di concertazione. Il contratto di servizio, infatti, deve prevedere: la salvaguardia dei posti di lavoro per il personale impegnato sui traghetti e nelle mansioni a terra (compresi i lavoratori a turno particolare), le agevolazioni tariffarie per i residenti e orari legati alle necessità del territorio (introduzione di corse notturne), il mantenimento delle rotte attuali, (corse e porti di destinazione), l’istituzione di una autorità di controllo (potrebbe essere l’Unione dei Comuni), e l'istituzionalizzazione della conferenza orari (regione, province interessate e delle autorità portuali). Nonché la sicurezza e l'efficienza dei servizi di cabotaggio marittimo locale con navi sempre impeccabili sia per la meccanica sia per l'estetica (rinnovo della flotta con navigli moderni e competitivi). Un’ultima raccomandazione: la liberalizzazione del servizio non può significare il passaggio dal duopolio pubblico-privato a quello di un solo privato (ciò potrebbe accadere con una fantasiosa compagnia mista). Queste, a mio avviso, sono le condizioni minime e indispensabili da proporre al tavolo regionale di concertazione. Lorenzo