Ahi! Ahi! Ahi! professor Zecchini mi è caduto proprio su… la Torre del Giove. Come non ricordare la Montagna del Ferro e Simonetta Cattaneo?
marchetti.lorenzo@tiscali.it - Il professore Michelangelo Zecchini, nell’articolo pubblicato da Tenews “I nostri gioielli architettonici in abbandono”, sostiene che «forse mai, come oggi, i nostri gioielli archeologici appaiono in abbandono». Per poi concludere: «Ritengo che chi ama l’isola non possa non amare anche la sua storia straordinaria», e pronuncia questa giusta considerazione partendo dalla villa romana della Linguella a Portoferraio, passando per l’ottocentesco Forte di Monte Albero, le strutture medievali del Volterraio, l’insediamento etrusco di Monte Castello e concludendo con la villa romana di Agrippa Postumo a Pianosa. Il professore nel suo tour, tuttavia, tralascia la Torre del Giove, o Forte del Giogo che forse relega fra le «decine di altri siti». Siamo di fronte, se così è, ad una mescolanza assurda, considerando come la storia di quella rocca, fatta costruire nel 1459 da Jacopo III Appiani signore di Piombino, viaggia in stretta simbiosi con la vita della Montagna del Ferro, nonché con la distruzione del villaggio dei fabbri pisani di Grassula e alla deportazione dei suoi abitanti, operata dal pirata Barbarossa nel 1543. Come non ricordare, infine, Simonetta Cattaneo, la bella castellana del Giove che cercò giovamento e cura proprio nella Terra di Rio, colei che dai contemporanei venne definita la più bella donna vivente, tant’è che il Botticelli la scelse per modella della sua “Nascita di Venere”, e in numerosi altri dipinti? Il Forte del Giogo oggi versa nel più completo stato di abbandono e paga l'assurdo disinteresse delle autorità locali e statali.