20 agosto 2012

FEDERICO MAZZEI, PD ELBA, PERCHÉ DICO SÌ AL COMUNE UNICO: “Un’isola come la nostra non può più pensare di essere competitiva in un settore come quello del turismo che è la nostra “vita economica”, senza servizi e infrastrutture adeguate


ilvicinato@ - Il segretario intercomunale del Partito democratico, dopo essersi detto stupito dalle recenti dichiarazioni del sindaco di Porto Azzurro sul comune unico, conclude il suo lungo e articolato intervento con una proposta immediata,  rivolta in particolare ai sindaci: «in questo momento di vuoto assoluto per qualsiasi tipo di politica comprensoriale, provate a istituzionalizzare la Conferenza dei sindaci, date forza e concretezza alla vostra assemblea, senza particolarismi e nel solo interesse di tutta la collettività elbana». Federico Mazzei, all’inizio della sua riflessione, dopo aver sottolineato il metodo democratico, consapevole e trasparente con cui i cittadini dell’Elba hanno firmato la proposta di legge regionale che sarà sottoposta a referendum, parte da un excursus sugli enti comprensoriali partendo dalla Comunità montana «circa 30 anni di un fallimento totale del quale dobbiamo ancora pagare il conto», sull’Unione di comuni «fallita perché erano d'accordo solo 4 comuni su 8 al suo mantenimento e giustamente è stata chiusa», sul tentato “G8” «accordo programmatico con tutti i sindaci…mai partito!», sul "G6" promosso dall’onorevole Bosi «accordo di programma sulle solite problematiche fra i 6 sindaci di centro destra». Per il segretario del Pd «negli ultimi anni abbiamo visto e sentito parlare di tutto,  anche nel tentativo di far credere che fossero attive e producenti politiche comprensoriali. Vi ricordate quando alla fine del 2010 l’intera giunta regionale venne a l’Elba proponendo ai nostri Sindaci la sottoscrizione di un documento programmatico, in tempi brevi (febbraio 2011) fra tutti i comuni elbani, la provincia, il parco e le regione per affrontare insieme le grandi problematiche di questo territorio?». Ricordando come fra gli otto comuni non fu raggiunto nessun accordo. Da qui il suo “Sì” al Comune Unico, sottolineando che «non è certo per i risparmi economici che le nostre amministrazioni  potrebbero avere, ma è sopratutto per la concreta speranza di creare più efficienza e competenza in una nuova macchina amministrativa in grado una volta per tutte di pensare, progettare e affrontare concretamente le grandi questioni che ci affliggono da troppo tempo (…) Dobbiamo avere il coraggio e prendere definitiva consapevolezza,  che ormai le grandi questioni che riguardano la giustizia, la sanità, i trasporti, la scuola, i rifiuti, l’acqua, l’urbanistica  e  sopratutto il turismo,  non potranno mai essere affrontate, e  sopratutto risolte, dall'attuale sistema istituzionale!».