lomarchetti@ - «Sostenere che l’industria turistica elbana non è in sofferenza è come dire che il vento di maestrale esce da sud-est quando tutti noi sappiamo che da lì viene il fastidioso scirocco, e non mi pare una cosuccia da poco! Tutti i dati ufficiali hanno il segno meno, ma poi basta guardarsi in giro e raffrontare le persone che negli anni passati trovavamo in spiaggia, oppure riscontrare i commensali che occupano i tavoli di un ristorante o di un bar. Insomma, affermare che tutto va bene madama la marchesa, è un ragionamento tipicamente berlusconiano che non mi piace, anche perché non dà modo di attrezzarsi e cercare le risposte più appropriate. L’interrogativo da porsi, invece, è come può il nostro territorio rispondere alla crisi della sua principale attività economica. Necessita, per prima cosa, prendere atto come l’Isola sia completamente disarmata e priva di ogni organismo comprensoriale, con le stesse gestioni associate nella più completa paralisi, inclusa quella della promozione turistica. Occorre, di conseguenza, uscire dall’ombra dei proprio campanile o dall’orticello-categoria economica, abbandonare la politica del sospetto o del complottismo, fare sistema cercando le giuste decisioni, nonché le opportune alleanze con altri territori, lavorando così per il nostro bene comune: l’Isola d’Elba». Lorenzo (M)