22 febbraio 2014

RIO MARIA, RELAZIONE DEL 24 SETTEMBRE 1896 INVIATA DAL SINDACO GIOVANNI TADDEI CASTELLI AL PREFETTO DI LIVORNO. “Attualmente trovansi in Rio Martina circa cento disoccupati che sono facile preda per gli amanti dei disordini” (2di6)

ilVicinato@ - «Dopo il 1881 lo stato di benessere di questa popolazione cominciò a decrescere, la rottura del trattato di commercio con la Francia rendeva impossibile il traffico del minerale in Francia e la limitazione nella produzione annua del minerale, portata a ton. 180.000  obbligava gli affittuari delle miniere licenziare i condannati ed a diminuire ulteriormente il personale. A poco per volta sparirono tutti i bastimenti, sopraffatti anche dalla concorrenza dei vapori molti capitani rimasero e sono tuttora disoccupati e consumano ora, stentando la vita, i risparmi ammassati con tanti stenti, sudori e rischi; i marinai furono costretti a rimanere a terra e sollecitarono, e pochi si chiamarono fortunati , d’essere ammessi a quei lavori delle miniere che prima disdegnavano e rilasciavano ai loro confratelli di Rio nell’Elba. Una buona parte di questi marinari, i più giovani, s’imbarcarono e navigarono nei mari lontani e pericolosi, stando per anni lontani dal paese natio e dai genitori; ma i più anziani, non più adatti a tanti strapazzi si trovavano sempre disoccupati, languono nella miseria e non rifuggirebbero dal mestiere più vile e peggio sarebbe per loro se l’affittuario delle miniere non li adibisse nei lavori della caricazione che sono però incostanti e saltuari e non possono perciò offrire una risorsa sicura pei il mantenimento della famiglia tutto l’anno: Attualmente trovansi in Rio Martina circa cento di questi disoccupati, che sono facile preda per gli amanti dei disordini. Ed anche in questi giorni tentatasi di costituire fra i medesimi un’associazione, il cui scopo apparente era quello di reclamare lavoro. Ma che realmente era destinata a servire da strumento ai soliti mestatori. Devesi all’intervento di autorevoli cittadini se nel suo primo nascere questa associazione s’è disciolta e gli stessi operai, convinti d’esser stati ingannati, e rassicurati che il Municipio, loro legittimo tutore, non avrebbe mancato di occuparsi del miglioramento delle loro sorti, smascherarono e sconfessarono i promotori. Ma ciò che non è avvenuto oggi, può avvenire domani». Fine seconda parte