23 maggio 2008

Caro Pino, elbanità e isola verde esprimono un modello economico che all'opposto tarda a venire

marchetti.lorenzo@tiscali.it - Caro Pino, sono d’accordo con la tua analisi, ma non con le tue medicine. L’elbanità, l’isola verde, ecc. non sono espressione di un ceto politico «spesso chiuso in visioni ideologiche, isolazioniste o municipaliste», bensì esprimono un modello economico che purtroppo tarda a venire. Ora tu affermi che l’attuale quadro «istituzionale (…) sta mostrando la corda», ma proprio per questo motivo occorre una cultura capace d’interpretare i bisogni e le domande che giungono da questo microcosmo. Te, sicuramente in modo provocatorio, proponi l’istituzionale di una provincia separata dalla terraferma «che rafforzi l’autonomia e la rappresentanza dell’Elba nelle sedi regionali e nazionali e decentri sul territorio elbano molte funzioni e risorse e poteri decisionali che oggi appaiono troppo lontane e spesso assenti da esso». Ma hai mai letto i poteri che la vigente normativa affida alle amministrazioni provinciali? E poi, non sai che il governo Berlusconi ha in programma la soppressione delle province? Intanto le associazioni di categoria sono preoccupate per la sorte delle attività economiche dell’isola «stante l’accertata incapacità delle istituzioni locali a governare i necessari processi». A questo punto c’è da chiedersi quale sia il soggetto istituzionale dotato di poteri tali da agire in concreto. La risposta è semplice, anche se la soluzione è irta di ostacoli e perciò lontana, si chiama «Il Comune» con la podestà di programmazione economica e territoriale che la legge gli affida. Intanto la Regione punta sulla Comunità dell’Arcipelago Toscano - Unione dei Comuni, non è la panacea, ma è sicuramente un passo in avanti. Spetta, ad ogni modo, alle articolazioni della società elbana, e non solo alle sue istituzioni, raccogliere questa sfida. L’importante è non cadere nelle logiche municipaliste o, peggio ancora, isolazioniste.