1 marzo 2009

LA CHIESA EVANGELICA SOCINIÀNA, una denominazione non più attiva e il bisogno di Dio

sardellimichela@gmail.com - Cari amici, termina qui il nostro viaggio nell’ecclesia minor dei Fratelli Sociniàni. Ho cercato, in queste settimane, di trasmettere a tutti voi il frutto del mio indagare, ci sono riuscita? Spero di sì. Oggi non si ha traccia della presenza attiva di questa denominazione evangelica che perseguitata in tutti i paesi europei (cattolici, luterani e calvinisti), trovò rifugio soprattutto in America ove, tuttavia, si mescolò con l’unitarianèsimo. Il filosofo francese Voltaire trovava curioso come Lutero e Calvino avessero conquistato gran parte dell’Europa, mentre i più grandi filosofi e i migliori scrittori del loro tempo, e altri sociniani, avevano avuto solo un piccolo seguito che si andava assottigliando. Sono stati seguaci del Socini molti famosi protagonisti della scienza, della cultura e della politica, ricordiamo il Presidente degli Stati Uniti, nonché autore della Dichiarazione d'Indipendenza, Thomas Jefferson, lo scrittore Charles Dickens, lo scienziato Isaac Newton, l'inventore del telegrafo Samuel Morse, Joseph Priestley, il chimico e scopritore dell’ossigeno. Se le idee sociniàne si sono confuse nel mare dell’unitarianèsimo, c’è comunque da chiedersi quanti, ancora oggi, sono persuasi dell’unità indivisibile di Dio, dell’umanità di Gesù, della positività dell’uomo e dell’occasione di salvezza offerta ad ogni essere umano, e basano il loro bisogno di Dio sulla ragione, il libero arbitrio, la tolleranza e il rifiuto d’ogni dogma. L’oscurità non esiste, essa non è altro che l’assenza di luce e per sconfiggere l’oscurità accendiamo le nostre lampade ogni volta e in ogni luogo in cui c’incontriamo, senza imposizioni o dogmi. A ciascuno di voi e alle vostre famiglie auguro un buon giorno del Signore, Michela.