15 marzo 2009

LA CONCEZIONE RELIGIOSA DI GESÙ SOCIALISTA, fecero proprio il progetto sociale dell’Uomo di Nazareth

sardellimichela@gmail.com Gli «apostoli» del movimento di Gesù Socialista si proponevano di favorire una nuova riforma morale e intellettuale conquistando le donne e gli uomini ai valori e alle idee del Nazareno; e così circolarono decaloghi ricalcati sui comandamenti, tra i quali ne apparve uno nuovo, ma non contrastante con l'insegnamento dell'Uomo di Nazareth, quello della solidarietà tra gli oppressi. Si bandirono le discriminazioni di classe, di sesso, di razza e di religione e si adottò una nuova strategia: fare proprio il progetto sociale di Gesù di Nazareth e aiutare l’umanità a costruirlo. Nacque così un nuovo ethos che si elevò, si decantò, si raffinò, si articolò, e diventò il terreno idoneo alla penetrazione delle idee che trovarono conforto e conferma nelle esperienze collettive che il movimento andava facendo. Fu un fenomeno che non ebbe riscontri fuori dal terreno proprio delle predicazioni religiose e che se ne distinse perché i suoi filosofi non si limitarono a capire la realtà, ma intesero cambiarla. Inoltre, ad amministrare i valori scoperti, a formulare i principi che ne discesero, non furono più gerarchie a ciò delegate, ma la comunità dei fedeli. Prese così corpo un possente movimento con un proprio crescente grado di autonomia ideale che dette contenuto nuovo, aderendo alla realtà del tempo, ai valori che si posero al centro del culto: libertà, uguaglianza, giustizia sociale, pace e solidarietà fra gli oppressi. Per approfondimento consultare il libro di Arnaldo Nesti, “Gesù socialista, una tradizione popolare italiana” pubblicato dalla casa editrice Claudiana di Torino nel 1974.
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