LA PASSEGGIATA DEL “44, il canto dell’internazionale, il delatore e il carcere per i due Giuseppe
marchetti.lorenzo@tiscali.it - Il mio babbo, Giuseppe Marchetti “Pino”, mi riferì una vicenda che lo coinvolse insieme a Giuseppe Carletti “Tonietto”. Da quel racconto sono passati molti anni e, purtroppo, per confermare quei fatti il mio babbo non c’è più. Io, contrariamente al solito, non scrissi nulla, pertanto, mentre sono sicuro sull’episodio, non ho la stessa certezza sul giorno in cui prese avvio la nostra narrazione. Doveva essere il 1° maggio 1944 quando alcuni giovani antifascisti, tutti sui vent’anti, fecero una passeggiata celebrativa della Festa dei Lavoratori, soppressa dal fascismo. Si diressero verso Rio Alto, giunti in prossimità dei Casotti, vicino al Cimitero Vecchio, sicuri di essere lontani da occhi e orecchi indiscreti, intonarono l’Internazionale e altre canzoni “sovversive”. In quel gruppo c’erano anche Marino Innocenti e Tebaldo Regini, morti proprio giorni orsono. Ma “taci il nemico t’ascolta” valeva sopratutto per gli oppositori del regime e, malauguratamente, qualcuno sentì e si rivolse all’autorità costituita. L’indomani i nazifascisti arrestarono Pino, quasi certamente il delatore aveva riconosciuto solo lui, e lo portarono prima nel carcere di Porto Azzurro, e poi nel campo di concentramento di San Giovanni a Portoferraio dove trovò Tonietto “il Sindaco”. Questi, alla domanda sul motivo della carcerazione, rispose spiritosamente: «Voi ai Casotti cantavate e io dal Cavo v’accompagnavo con l’organetto». La distanza fra le due località è di oltre dieci chilometri! A quel tempo, e in particolare in quel luogo, la paura era tanta perché correva voce che i prigionieri elbani sarebbero stati trasferiti in Germania. Ninetta, la mia nonna, si recava a piedi, quasi ogni giorno, da Rio Marina a Porto Azzurro, allora Portolongone, per andare a trovare il figlio e gli portava qualcosa da mangiare che lui condivideva con Tonietto... (continua).