TESTAMENTO BIOLOGICO, da Dario a Dario. Ballini scrive a Franceschini: tre anni fa ho perso mia mamma per un cancro, un corpo incapace di amare
darioballini@gmail.com - Caro segretario, caro Dario, condividiamo lo stesso nome e per me sta diventando un motivo d’orgoglio. Ti scrivo questo appello, e non solo a te ma tutto il popolo democratico, per mobilitarci di più e meglio sul tema del testamento biologico. Caro segretario, e cari democratici, il mio è un appello col cuore in mano. La legge Calabrò, così come è stata approvata in Senato, è un attentato alle libertà fondamentali di ognuno di noi. Si vuol sancire per legge che a decidere per la nostra morte sarà lo Stato e non i nostri genitori, i nostri figli o la persona che amiamo. Nel momento del massimo dolore, quando si sa di perdere una persona cara, lo Stato entrerà prepotentemente nelle nostre camere d’ospedale, butterà fuori i nostri cari e si arrogherà il diritto di decidere Lui su come e quando dovremo morire indipendentemente da quella che è la nostra volontà. Il Partito Democratico deve battersi, scendere in piazza e arrivare anche al referendum per ribadire la libertà di scelta di ogni singolo in materia di cure da ricevere e di fine vita. Noi, il PD, non vogliamo imporre niente a nessuno. Noi, il PD, vogliamo dare a tutti gli italiani la possibilità di decidere sul proprio destino e sulla propria morte, per una morte dignitosa. Vogliamo dare la possibilità a chi vuole rimanere attaccato ad una macchina di rimanerci per tutto il tempo che ritiene opportuno ma allo stesso tempo rivendichiamo il diritto di essere staccati da quella macchina quando riterremo che quella non sia più una vita dignitosa per noi stessi. Questo è un tema troppo importante per essere accantonato. Dobbiamo trattarlo in maniera critica e sollevato dal peso delle ideologie e dai dogmi religiosi proprio come deve fare uno stato laico. Dobbiamo chiamare a raccolta tutti gli italiani, indipendentemente dalla loro fede politica, e farli riflettere se sia giusto o meno che sia lo stato e non loro a decidere sulla loro morte. Ho 25 anni e non voglio vivere in un Paese dove un parlamentare, per il proprio tornaconto in vista delle elezioni europee, mi priva del diritto di scegliere cosa è meglio per me o per i miei familiari che stanno soffrendo. Tre anni fa ho perso mia mamma a seguito di una malattia, un cancro che l’ha divorata lentamente e inesorabilmente. L’ultimo anno di vita il dolore della malattia l’aveva trasformata in un corpo senza volontà, incapace di pensare e di amare. Quella non era più mia mamma. Eppure nel nostro Paese, di malati come lei, ce ne sono fin troppi ma non si fa niente per favorire la terapia del dolore e l’uso di antidolorifici. Ho 25 anni e non voglio vivere in un Paese che offre ai nostri malati in fin di vita solo dolore, sofferenza e accanimento terapeutico mentre riserva a noi familiari solitudine e rassegnazione. Segretario, il mio è un appello col cuore in mano, mobilitiamo il Paese e riprendiamoci il diritto di scegliere, come sancisce la nostra Costituzione laica e antifascista. Dario Ballini, Segretario Circolo Comunale del Pd Rio Marina e Cavo (Isola d’Elba)