17 marzo 2009

TRAGEDIA TRAGICOMICA ELBANA, imposizioni e costrizioni continentali e in troppi si schierano coi più forti “pro domo sua”

fabrizioprianti@yahoo.it - Con queste premesse come si può sperare in qualcosa di nuovo? Una maniera ci sarebbe far piazza pulita e iniziare nuovamente con forze ed uomini nuovi senza collare e sonagli. A parte la propaganda partigiana che sponsorizza chi offre programmi in nome del progressismo (parola ormai ripetitiva), e chi in nome del rinnovamento si propone per riproporre forze politiche distrutte che in queste occasioni, come l’araba Fenice risorgono dalle proprie ceneri, nessuno però che voglia parlar chiaro, rischiando magari di essere tacciato di qualunquismo, per riconoscere con tutta onestà che le voci che circolano sono queste: Siamo “quasi liberi”, ripetono molte voci che circolano tra i cittadini elettori. Una posizione che contraddice il diritto alla libera scelta, una posizione che ci condanna al purgatorio della quasi libertà, che poi, guardando la cosa da un punto di vista offuscato dal pessimismo, assomiglia maledettamente ad una condizione di “semi-schiavitù” un groviglio di malcelate imposizioni e costrizioni continentali che interferiscono nella vita privata e pubblica, che gravano come una cappa asfissiante sul diritto al proprio pensiero, al proprio territorio e sulla futura economia della propria città, (…) chi si azzarda a scrivere o parlare “fuori dalle mura maestre” viene immancabilmente zittito, altri chinano vergognosamente la testa in cambio di piccoli favori. Insomma ognuno per una ragione o per l’altra ma sempre “pro domo sua” si schiera con i più forti e solo il povero pantalone rimane isolato ed inascoltato, esposto al massacro smoccolando sottovoce forse per paura, forse per ignoranza o soprattutto... per vigliaccheria, insomma guai a parlare o esprimere un parere personale contrario a chi cerca di spacciare una inverosimile verginità. Fabrizio Prianti