24 luglio 2012

CRISTIANI ALLA RICERCA DELLA CHIESA GIUSTA. Il cristiano senza chiesa, cioè “apolide”, si sente poco o nulla rappresentato dalla chiesa d’origine da cui si allontana silenziosamente. Spesso i culti non sono attraenti perché la spiegazione del testo è avulsa dalla vita di tutti i giorni

ilvicinato@ - A parere del Pastore Paolo Ricca, non potendo partecipare al culto nella chiesa che consideriamo «giusta», si può sopperire prendendo parte al culto domenicale di un’altra chiesa, di cui magari non si condivide granché,  purché in questa chiesa si predichi la Parola di Dio, e non qualcos’altro, una chiesa fondata sulla Bibbia e da essa sostanziata, insomma che ruoti intorno a Cristo. I cristiani «apolidi» sono per lo più dei cristiani delusi, che vorrebbero una chiesa diversa da quella o quelle che essi conoscono e che non corrispondono al loro ideale di chiesa. La definizione «cristianesimo apolide» indica i cosiddetti «cristiani senza chiesa» che non sono agnostici, o scettici, o dubbiosi, o tiepidi, o anche semplicemente pigri, no! Sono cristiani non meno credenti degli altri, che come gli altri hanno a cuore il nome e la causa di Dio nel nostro mondo, ma che si sentono poco, o male, o per nulla rappresentati dalla chiesa alla quale appartengono, e perciò se ne allontanano, di solito silenziosamente. I culti che sono l’espressione comunitaria principale, sono di solito ripetitivi e non particolarmente attraenti, dove la spiegazione del testo resta avulsa dalla vita di tutti i giorni, come si dice, e soprattutto dalle domande che sono spesso interrogativi della fede, e dai bisogni che sono spesso necessità vitali, materiali e spirituali, presenti, ma inespressi, nella comunità.