clafront@ - «Renzi ha dichiarato come, nella sua
visione della politica, la comunicazione stia al centro. Non come
"mezzo", o almeno non solo come tale, ma come "contenuto".
Ha presentato, per esempio, il senso più importante del semestre di Presidenza
italiana dell'Unione Europea, come "capacità di cambiare le parole-chiave
della politica europea". Nell'ormai lontano 2005 pubblicai un libretto
intitolato "La comunicazione è politica". Era una riflessione
maturata nell'ambito della mia esperienza politica sul campo e alimentata da
studi e letture sugli interrogativi che l'esperienza stessa mi suggeriva. La
tesi era, in poche parole, che in conseguenza delle trasformazioni tecnologiche
(soprattutto) e di quelle sociali, culturali e relazionali, organizzative o
valoriali e dell'esaurirsi delle grandi narrazioni unitarie (religiose,
ideologiche, ecc), la comunicazione non era da considerare più "un
mezzo" (come nella novecentesca epoca dei "mezzi di comunicazione di
massa"), ma come il contenuto, la sostanza stessa e, in definitiva, la
posta in gioco della politica, sia della lotta politica, come del governo delle
società moderne. Massimo D'Alema, quando gli consegnai una delle prime copie
del libro, osservò la copertina e, riferendosi al titolo, commentò, con il suo
impareggiabile stile tagliente: “Spero che la politica sia anche qualcos'altro”.
Avevo capito chiaramente che la sinistra tradizionale era lontana
dall'acquisire il tema di della riflessione contenuta nel mio libretto!». Claudio
Frontera