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Fonte
Unione delle Chiese metodiste e valdesi - «(…) che cos’è questa potenza di Dio? Crediamo in un Dio potente, o
impotente? Anche nella Bibbia, da una parte abbiamo le grandi affermazioni di
potenza di Dio, dall’altra il Dio che sceglie di rivelarsi in Gesù, un uomo
semplice, un uomo ucciso in croce come un rivoluzionario, un ribelle. Il nostro
passo esprime bene questo concetto: il Dio creatore dei cieli e della terra
sceglie di rivelarsi nella debolezza. Nella nostra debolezza. Noi, deboli come
siamo, siamo chiamati ad essere strumenti della potenza di Dio. E suoi
testimoni. Senza delegare tutto a Dio. Perché di fronte ai terremoti, sarebbe
stato bello poter vedere una immensa mano che scendeva e placava la terra, ma…
di mani Dio ce ne ha date due. Ci sarebbero stati i mezzi per costruire con più
criterio; le risorse il Signore ce le ha date! Il punto è che si è preferito spenderle
in altro modo. Siamo sempre pronti a chiederci dov’era Dio... ma noi cristiani
dov’eravamo, quando abbiamo assistito in silenzio allo sperpero delle risorse
di Dio, alle ingiustizie, al malgoverno? Ci sono tanti terremoti quotidiani, a
cui rischiamo di assistere in silenzio. Abbiamo un compito ben preciso, non
trascuriamolo. Quello di incarnare, con la nostra debolezza, con le nostre
parole e le nostre azioni, la potenza di Dio, per scardinare una società
ingiusta e corrotta, e annunciare così, concretamente, la buona notizia del
Regno di Dio». Da una riflessione di Michel Charbonnier, Pastore evangelico