ilVicinato@ - «(…)
ciò che la sinistra, impegnata a dividersi e rimirarsi allo specchio, non ha
capito è che in questi anni è andata avanti una gigantesca riorganizzazione
della intera struttura sociale. Qualcosa di paragonabile agli effetti della
rivoluzione industriale. Il lavoro ha cambiato natura, facendosi aleatorio e
precario (…) La società è segnata da una sensazione di precarietà che la
domina, che ne mina la fiducia sociale nel futuro. Non si può pensare che un
tempo in cui le famiglie italiane hanno perso undici punti di reddito rispetto
alla fase pre-crisi, in cui la differenza tra ricchi e poveri è aumentata, non
sia carico di un drammatico disagio. Un disagio che fa sì che prevalga la paura
sulla speranza (…) È la sinistra, nella storia, che ha cambiato il mondo. Sono
state le lotte contro lo schiavismo, per la liberazione delle donne, contro
l'alienazione e lo sfruttamento, per i diritti civili e umani, contro le
discriminazioni. È questo sistema di valori che ha reso la vita di ognuno sulla
terra più libera e migliore (…) La sinistra non può avere paura di dire che è
per una società dell'accoglienza, dire che è nella sua natura la solidarietà, la condivisione del dolore,
l'aiuto nel bisogno. La sinistra non deve aver paura di dire che non si deve
mai deflettere dal rigoroso presidio della sicurezza dei cittadini imponendo a
tutti il rispetto delle regole che ci siamo dati (…) e il Pd deve apparire un
luogo aperto, plurale, fondato sui valori e non sul potere (…) Per questo ho
scritto oggi. Perché non smetto di credere alla sinistra, perché temo per il
futuro della vita democratica e dell'Europa, perché penso che l'idea di un
soggetto politico aperto del campo democratico sia più che mai necessari». L’articolo
completo di Walter Veltroni è pubblicato sul giornale www.repubblica.it