umbertocanovaro@ - «Abbiamo iniziamo alcune settimane orsono una nuova rubrica
per conoscere il nostro lessico e il significato delle parole che usiamo
oggi, e come molte di esse siano
riconducibili al nostro passato. Conoscendo la storia del linguaggio, possiamo
conoscere meglio noi stessi e la nostra nazione. La parola di oggi è
“smottamento”. Prima che si sviluppasse la tecnica difensiva dei castelli,
nell’alto medioevo si soleva controllare il territorio con edificazioni più
rudimentali, che consistevano nel costruire veri e propri terrapieni alti in
modo variabile (da pochi metri, fino a poco più di dieci), recintandoli con
palificate, e circuite da fossati, anche armati di torri e balconature
militari. Questi manufatti, che si diffusero in tutta Europa, e in Italia
meridionale soprattutto a partire dal XI
secolo con l’avvento dei Normanni, si chiamavano motte. Succedeva che le piogge, oppure l’acqua dei
fossati, provocassero “smottamenti”, termine che è rimasto nell’uso comune. Per
la cronaca, ancora qualche località mantiene il nome: per tutti, Motta San
Giovanni (nella foto), in zona Reggio Calabria». Umberto
Canovaro