ilVicinato@ - Informazione dalla stampa locale - «Gentile dottoressa Maria
Cristina Serena, io e la mia famiglia desideriamo ringraziarla per quanto ha
fatto per mia nonna "Polduccia" da quando si è ammalata all'ultimo
giorno della sua vita. Mia nonna era sicuramente una persona speciale che si
faceva voler bene nonostante la sua patologia da molto tempo non le lasciasse
molto spazio per esprimersi al meglio, anche se i suoi occhi chiari parlavano
per lei. In questo lungo periodo a supportarci c'è sempre stata la positiva
sensazione di esserci confrontate con persone, prima che medici e infermiere: capaci,
umane, rispettose e pazienti. Scrivo questa lettera come se fosse stata mia
nonna a farlo, ci teneva molto al rispetto e a ringraziare e sono certa che se
avesse potuto farlo, anche nell'ultimo periodo della sua vita, lo avrebbe fatto
personalmente baciandovi tutti con sincero affetto. Vorremmo estendere i
ringraziamenti al dottor Ginanneschi che durante i suoi turni di guardia
medica, spesso in piena notte, è sempre accorso per assistere scrupolosamente
nonna, interessandosi di lei anche nei giorni successivi telefonicamente per
sapere come stava. Un sentitissimo grazie alle infermiere Luana, Valentina,
Dania e Aurora che nei loro turni si sono occupate sempre per vocazione con
amore e dedizione della sua malattia. Grazie per il tatto e la delicatezza di
questi ultimi giorni e per averci aiutate a prepararci psicologicamente alla
perdita di mia nonna. Vi saremo per sempre grate per gli sforzi che avete
operato nel rispetto del vostro lavoro come nel rispetto della mia amata nonna;
forse dal vostro punto di vista tutto rientra nella normalità della vostra
"missione" e nella quotidianità, ma per noi siete state un'ancora di
salvezza quando non sapevamo dove metterci le mani e un importante supporto
psicologico per affrontare al meglio una situazione delicata. Con la speranza
che altri, seppur nel dramma di una malattia da affrontare a casa, possano
avere la stessa assistenza e premura che hanno segnato la nostra storia
familiare». Grazie di cuore, Maria
Angela Baralla