5 settembre 2020

LA PAROLA DI OGGI È “SUPERSTIZIONE”… Le parole dal passato, analisi e etimologia

umbertocanovaro@ - «“Sono chiamati superstiziosi coloro che pregano o sacrificano tutti i giorni perché i figli sopravvivano loro (…)”. Sopravvivano, cioè siano super testes, superstiti di una memoria e di un’esistenza terrena. È questa la definizione che dà uno dei più grandi uomini del mondo romano, Marco Tullio Cicerone, nel suo “De natura deorum”. Il termine poi, si evolverà con il poeta Lucrezio, per il quale “I superstiziosi (….) [sono] quelli che venerano la memoria dei defunti in quanto sopravvive ai defunti stessi, o anche quelli che, mediante le immagini dei loro genitori, li fanno oggetto di un culto domestico come quello tributato agli dei penati”. Nell’accezione moderna, il termine sta a significare quel complesso di credenze  nell'influsso di fattori o entità sovrannaturali o magici sulle vicende terrene, la loro capacità di poter intervenire nei fatti umani, condizionandoli e provocandoli positivamente o negativamente». Umberto Canovaro