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Fonte notizia iltelegrafolivorno -
«Alcune volte le radici della storia dal ventre della terra sussurrano una
nuova vita, è il caso della miniera di Montecatini Valdicecina (Pisa) dove i
ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr hanno scoperto la
presenza di selenio, tellurio e metalli preziosi, come l’oro e l’argento, con
una concentrazione fino a 100mila volte i valori medi della crosta terrestre.
Il giacimento fu individuato a metà del 1800 grazie alla perseveranza di alcuni
geologi e ingegneri minerari. Si trattò di una vera e propria bonanza (filone
eccezionalmente ricco) con minerali ad altissimo contenuto di rame
(calcopirite, bornite e calcocite) concentrati in una massa relativamente
piccola. In poco più di cinquant’anni furono prodotte circa 50mila tonnellate
di rame e la miniera fu considerata una delle più remunerative d’Europa. Non a
caso da questa esperienza nacque la più grande società mineraria e chimica
italiana: la Montecatini Spa, che poi si trasformò in Montedison. Il sito
minerario fu chiuso ai primi del novecento per esaurimento del giacimento che
ora può rinascere».