15 maggio 2025

MARINA DI RIO: “Mi avete dato un fiore e io vi riporto una prostituta”

lomarchetti@ «Olinto e Paride erano due fratelli di Rio Marina, il primo era nato nel 1846 e l’altro nel 1852. Olinto faceva l’agente marittimo, quindi per natura era un terragnolo, mentre Paride era un avventuroso che amava navigare per i mari di mezzo mondo. Era al comando del veliero Calidoro di proprietà del sor Giuseppe, quando quella sera, proveniente da Marsiglia, davanti al porticciolo della sua Piaggia, ordinò il “fondo all’ancora”.  Così, dopo essersi accertato che sul bastimento tutto fosse a posto, lui e gli altri marinai Riesi salirono sulla scialuppa e presero terra. L’abitazione di Paride si trovava a poche decine di metri dall’approdo, proprio di fronte al palazzo del sor Giuseppe e della signora Cesira. Paride imboccò il portone e bussò alla porta dell’amato fratello il cui appartamento era al primo piano. Entrò, abbraccio Olinto che non vedeva da alcuni mesi, salutò la cognata Zaira, a uno a uno baciò i quattro piccoli nipotini e a voce alta disse: “E proprio una bella nidiata”. Olinto, però, con una faccia scura gli indicò la porta del salotto: “Entra, ti devo parlare”. L’uomo era di poche parole e venne subito al sodo: “Sei stato per mare per nove mesi e in questo periodo, fratello caro, tua moglie ti ha tradito”. “Dimmi con chi”, chiese la vittima di tradimento. “Con più di uno”, rispose secco l’altro. Paride, da buon lupo di mare, non suscitò emozione, salì al piano superiore, entro in casa, guardò la moglie e con tono secco, lo stesso che usava dando i comandi durante le manovre del bastimento, le disse: “Vieni, ti riporto dal tu’ babbo!”. Era una serata buia che non lasciava presagire nulla di buono, cadeva una leggera pioggia primaverile e col calessino dalla Marina di Rio si avviarono a Marciana. Per la strada i due non si rivolsero una parola. Caterina aveva capito tutto, ma non si sentiva in colpa, d’altra parte non avevano figli e lui era sempre in giro per il mondo, lei era una donna giovane e piacente  con voglie sessuali che il marito, sempre per mare, non soddisfaceva. Questi pensieri le ronzarono per la testa finché non raggiunsero l’abitazione dei suoi genitori. Davanti a lui si parò il suocero e Paride, senza nemmeno salutarlo, pronunciò lapidario queste parole: “Mi avete dato un fiore e io vi riporto una prostituta”. Non disse altro, girò su se stesso, risalì sul calessino, frustò il cavallo e ritornò alla Marina di Rio». Lorenzo M.