1 luglio 2025

“NOI NON FAMO COME I GATTI CHE CACHENO E COPRENO”

lomarchetti@ «Gentile era una donna solare e molto loquace, spesso veniva nell'orto di mia nonna Silvia e lavava i suoi panni nel lavatoio della limpida e fresca acqua del gorile. A lei piaceva raccontare fatti di vita vissuta che le astanti abbellivano con i loro commenti: “ti pare, ma guarda un po', così era ancora da bambola, il lupo non cacao agnelli, so tutti pesci della medesima cesta”... e così via di seguito! Non mancavano nemmeno i giudizi sulla vita politica locale, anche perché eravamo prossimi alle elezioni comunali. Le loro critiche erano rivolte, in modo particolare, all’amministrazione comunale guidata “dall’onorevole”, cioè dalla sindaca Erisia Gennai Tonietti, per di più loro coetanea. Un giorno all’orto capitò Bruna, una fervente e cieca sostenitrice  “dell’onorevole” che dopo un acceso scambio di visioni,  chiese alle donne di evitare di criticare la sindaca pubblicamente, in quelli che all’epoca erano gli odierno social: le botteghe, il mercato e il vicinato, perché “Erisia e suoi collaboratori si sacrificavano per il bene del paese e dei suoi cittadini”. Gentile, fino a quel momento era rimasta in disparte, ma a quell’appello di Bruna, le prese il “forcino” (perse l’autocontrollo) e quasi urlando disse: "Non voi mica di’ che anco noi dovemo fa come i gatti che cacheno e copreno? Bella, levitelo dal capo! Noi parlamo, e come se parlamo”. Era il 1964 e la lista capeggiata dall’onorevole fu sconfitta». Lorenzo M.