22 ottobre 2025

AVEVA RAGIONE ASSUNTINA: “Quando te lo misi tutto ti promisi, quando lo cavai tutto mi scordai!”

lomarchetti@ «Lei era una fervente partitante e seppure con qualche acciacco, era sempre presente a ogni incontro pubblico o privato promosso dalla sua fazione che sosteneva fino all’inverosimile. La vedevi sempre ai crocicchi delle strade, al bar, dal parrucchiere, davanti al supermercato, dove s’intrometteva in ogni discussione, interrompeva questa o quella paesana, e infine sbraitava: “È l’ora di cambiare, vedrete che lui col suo titolo di studio e le conoscenze che ha nelle alte sfere, risvolterà il paese come un calzino!”. Poi, finalmente ci furono le elezioni e lei, della quale nel rispetto della privacy ometto il nome, dopo i festeggiamenti di rito, felice, contenta e soddisfatta si ritirò a casa: “Ah, ora sì che va bene”. Intanto le settimane passavano e le sue amiche si lamentavano perché dal comune non si batteva chiodo. Ma lei, con voce sicura ed esaudente le rassicurava: “Date tempo al tempo, poverino, almeno fatelo insediare!”. Tuttavia passò infruttuoso oltre un anno e mezzo e l’immobilismo amministrativo perdurava imperterrito, tutto era rimasto come prima, anzi era peggiorato. A lei ribollivano le chiare e, tra l’altro, non sapeva più come giustificarsi con le fedeli amiche, per di più le era sorto un problema familiare e quindi pensò bene di rivolgersi al “suo sindaco”. Andò perciò in municipio pensando di non fare l’anticamera: “Mi riceverà subito perché se è su quella poltrona, c’è anche grazie a me!”. La poverina, invece, dovette attendere nel corridoio per più di due ore. Finalmente fu ammessa al cospetto del “signor sindaco”, come disse l’usciere. Lui, da dietro la scrivania, ascoltò il suo dire fra una telefonata e l’altra, e poi col consueto tono supponente e arrogante le disse: “Ma io che ci posso fare? Non è questa la porta giusta a cui hai bussato!”, e le indicò l’uscita. A lei venne la mosca al naso, insomma le prese il “forcino”, e con voce stridula, dovuta all’incazzatura, urlò puntandoli in dito contro: “Aveva ragione Assuntina che sentenziava: Quando te lo misi tutto ti promisi, quando lo cavai tutto mi scordai!”. E quindi uscì con una potente sbattuta d’uscio che fra un po’ usciva dai gangheri… Larga la foglia, stretta la via dite la vostra che ho detto la mia…». Lorenzo M.