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- Fonte notizia da face book – Da
una lunga riflessione di Enrico Rossi: «La legge di bilancio è di corto
respiro, anemica e di mero galleggiamento. Così Meloni fa una conferenza stampa
e sbandiera di aver fatto una finanziaria per la famiglia, racconta di tagli di
tasse e di misure per il lavoro e per le pensioni. In realtà si tratta di
miserie, di elemosine elargite, di capitoli di spesa simbolici che nulla hanno
a che fare con un intervento serio di redistribuzione della ricchezza a favore
dei poveri e dei ceti medi (…) Alla sanità pubblica vanno soltanto 2 miliardi,
che sono insufficienti per recuperare quanto perso negli anni passati rispetto
al PIL, e per coprire il gap creato dall’inflazione; mentre la spesa sanitaria
privata dei cittadini è già arrivata a circa 41 miliardi, il 20 per cento
dell’intera spesa. Una cifra che costringe ogni mente onesta a non poter
parlare più di una sanità pubblica, uguale per tutti, pagata dalla fiscalità
generale. Le pensioni minime ricevono aumenti ridicoli, quasi offensivi: 10–20
euro al mese (…) Invece, dalla rimodulazione dell’Irpef, per chi guadagna circa
29 mila euro lordi l’anno, il vantaggio è attorno a 20 euro in un anno, 1,7 euro
al mese su 12 mensilità Sono cifre troppo basse per recuperare ciò che
l’inflazione ha tolto ai salari: oltre 200 euro al mese. Parlare di “ritorno
alla scala mobile” oltre che fuorviante è offensivo (…) E intanto l’età
pensionabile sale: i 68 anni diventano la norma e i 70 anni si avvicinano (…)».