12 maggio 2008

L’ambiente si tutela anche rafforzando i trasporti, con nuove infrastrutture e nuovi parcheggi, e quant’altro abbisogna per il benessere dei cittadini

marchetti.lorenzo@tiscali.it – «Ambientalismo» e «Fare» non sono due termini in forte antitesi tra loro, ossia un ossimoro. L’ambientalismo e il fare non sono in contraddizione, caso mai ci sono due modi d’intendere l’ambiente. Dico questo con la consapevolezza che si marca, sempre più, una contrapposizione politica fra coloro i quali ritengono come il solo conservare il patrimonio naturale significhi, meccanicamente, plasmare un nuovo modello economico e quelli che invece vogliono tutelare l’ambiente promovendo azioni che portino ad un nuovo benessere sociale. L'ambientalismo del fare è quell'ambientalismo propositivo che rompe con la dimensione conservatrice di certi «custodi» della natura poiché difendere l’ambiente non significa opporsi a tutto. Per tutelare i nostri territori, infatti, bisogna fare, cioè fare nuovi parcheggi, rafforzare i trasporti e costruire nuove infrastrutture, com’anche riqualificare le aree industriali dimesse, recuperare i terreni agricoli e valorizzare le tradizioni di quella particolare area: il mare, la campagna, la cucina. L’ambiente, dunque, si proteggere ponendolo al centro delle politiche per lo sviluppo, la soddisfazione e la prosperità dei cittadini.