LA PASSEGGIATA DEL “44, Tonietto e Pino in fuga dai nazifascisti
marchetti.lorenzo@tiscali.it - Ninetta era rimasta vedova da pochi anni e aveva perso anche una figlia, Pino era la sua ragione di vita. Trascorsero così una ventina di giorni quando, una notte, i prigionieri riuscirono a fuggire. Non ricordo se per la noncuranza dei tedeschi, prossimi allo sbando, oppure grazie all’aiuto di qualche militare italiano. Cosicché i due Giuseppe poterono dirigersi verso la loro Rio dove Pino, fra l’altro, avrebbe potuto riprendere il lancio delle occhiate a Lina, la mia futura mamma, e Tonietto avrebbe rivisto Annunziata coi loro figli. I due fuggiaschi, però, non passarono dalla strada del Volterrario, più breve ma presidiata dai soldati germanici, percorsero piuttosto alcuni tortuosi sentieri secondari in direzione di Portolongone. Tonietto aveva allora 57 anni e una brutta flebite alle gambe, così il mio babbo che invece di anni ne aveva 20, lo portò a cavallino per tutta la strada. Giunti nelle campagne di San Felo trovarono riparo dai Beciani, mi pare si chiamassero così, ad ogni modo il casolare è quello, una famiglia di contadini che li rifocillò e ospitò per qualche ora. Poi, ripigliarono il cammino e giunsero a Rio Marina dove si nascosero fino all’arrivo degli alleati. Era il 19 giugno1944 quando Tonietto si sedette nuovamente nella poltrona di Sindaco dalla quale era stato cacciato dai fascisti 22 anni prima, lo nominarono “maire” le autorità militari francesi che in cambio si presero il gonfalone del comune, tuttora esposto a Les Invalid insieme alla bandiera napoleonica con le tre api.