L’Elba, di fronte alla globalizzazione, dovrebbe comportarsi come un grande vicinato solidale. Basta coi pusillanime
marchetti.lorenzo@tiscali.it – Caro Prianti, leggo su www.camminando.org il post n°4868 «Dal Loggione del Teatro Elba» dove l’estensore conclude «Il resto (…) sono solo chiacchiere di vicinato». Il vicinato "dei Pozzi", quello che ho conosciuto io, era un luogo dove, in prossimità delle elezioni, fra militanti e simpatizzanti del PCI e della DC si discuteva molto e anche con passione, ma tutti accorrevano compatti dinnanzi a un bisogno: fare una puntura o portare un medicinale, dare assistenza al momento di una nascita o di una malattia, fino alla partecipazione alla veglia funebre. Caro Fabrizio, la solidarietà umana si tagliava a fette! Oggi l’Isola d’Elba, di fronte alla globalizzazione, dovrebbe comportarsi come un grande vicinato solidale. Purtroppo non è così. Molti stanno giocando al “tanto peggio tanto meglio”. Prendi, per fare un esempio, quello che si legge su Rioblog. Non è certo una discussione "da vicinato" perché si regge su anonimi autori che vigliaccamente si accaniscono contro l’unica persona che si firma col proprio nome: Elena Moneta Franchini. Quel pusillanime non merita troppo tempo, prendo a prestito quanto scritto, mi pare, dal comune amico Epicuro e gli suggerisco di non: «stancarsi troppo le meningi, non tutti adottano il suo metro. I nostri vecchi dicevano ...chi mal fa mal pensa». Per quelli del Coccolo in Su aggiungo: “fatela finita, questo non è il modo migliore per dare una guida capace alla vostra comunità”. Un abbraccio, Lorenzo